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  Sardegna/Nuoro/Dorgali      8  Febbraio


Festa di Carnevale


Gli uomini, il giovedì grasso si travestono da «lardajolu» abbigliandosi rozzamente con indumenti vecchi e calzando i gambali. Sulle spalle in passato portavano «sa ervechina», una giaca corta di pelle di capra o pecora, smaniata col vello bianco o bruno rivolto verso l'esterno. L'altra versione del «lardajolu», quella più conosciuta vedeva gli uomini coperti di stracci e sopra un lenzuolo legato all'altezza della testa con un fioco rosso. Ciò che accomunava le due versioni della maschera era il miscuglio ricavato da un impasto di fuliggine cenere e olio. Un miscuglio micidiale che rendeva il volto dei mascherati orrendo oltre che irriconoscibile. Con l'eleganza dell' abito e il volto che sicuramente non incuteva serenità, le maschere a gruppi, si presentavano nelle case per farsi offrire a sbaffo, «tippulas», «zambellasa» e «orullettas» naturalmente accompagnate da un buon bicchiere di vino. In caso contrario il divertimento era terrorizzare i bambini al grido di «O fa o asolu o pitzinnu o lettolu». (Rito Pagano)