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Sardegna/Nuoro/Fonni 17 Gennaio
La notte tra il 16 e il 17 gennaio a Fonni si accende i falò in onore di Sant’Antonio Abate. Un culto antico e radicato visto dalla collettività cristiana come uno strenuo oppositore dei diavoli e delle fiamme dell’inferno. La leggenda, infatti, racconta che Sant’Antonio avrebbe rubato una favilla incandescente dal Regno degli Inferi per regalarla all’umanità, dotandola, così, del fuoco. Questo rito, che mescola devozione cristiana ad antiche tradizioni pagane, è documentato fin dalla metà del XIX secolo, ma le sue origini sono sicuramente più remote. Dopo i riti liturgici e la benedizione del fuoco, i partecipanti stazionano di fronte ad esso. In questa occasione fanno la loro comparsa, prima del carnevale s’Urthu e sos Buttudos, le maschere tradizionali di Fonni. S’Urthu, l’animale, ha il consueto campanaccio ed è vestito di pelli nere o bianche, di montone o di caprone, e viene tenuto alla catena da sos Buttudos, uomini incappucciati vestiti di nero, con dei campanacci sulle spalle. Le due maschere mettono in scena la lotta tra bene e male, tra l’uomo e l’animale: s’Urthu, l’animale, cerca di scappare e di liberarsi arrampicandosi ovunque, su alberi e balconi, mentre sos Buttudos cercano di domarlo. (Rito Religioso)